Passione

Aforismi

Albert Caraco

Di rado gli esseri nobili amano la vita.
I morti non soffrono di essere morti e i vivi non soffrono se non perché vivono.
Il Misticismo in fondo non è che una forma di Narcisismo e il Dio personale un'assurdità, il bisogno che hanno i miserabili di sentirsi consolati prova l'avvilimento dei miserabili e non l'evidenza delle figure che essi immaginano.
Il mio odio per questo mondo è ciò che trovo di più degno di stima.
Il mondo che abitiamo è l'inferno temperato dal nulla, dove l'uomo, che rifiuta di conoscere sé stesso, preferisce immolarsi.
Il nostro destino è di continuare a moltiplicarci, unicamente per morire innumerevoli.
L'illusione rinasce a ogni generazione e gli amplessi la perpetuano, da secoli e millenni il solo rimedio è la continenza.
L'origine delle idee religiose e morali è nell'uomo, cercarla fuori dell'uomo è un nonsenso.
L'uomo è un animale metafisico, il quale vorrebbe che l'universo esistesse solo per lui, ma l'universo lo ignora, e l'uomo si consola di questa indifferenza popolando lo spazio di dèi, dèi fatti a sua immagine.
La fede non è che una vanità tra le altre e l'arte di ingannare l'uomo sulla natura del mondo.
La massa dei mortali è fatta di sonnambuli, e all'ordine non conviene mai che escano dal sonno, perché diventerebbero ingovernabili.
La solitudine è una scuola di morte e l'uomo comune non la frequenterà mai.
La vita eterna è quella di cui siamo partecipi quaggiù, mai altrove, l'altrove non è più quando noi non siamo.
La vita eterna è un nonsenso, l'eternità non è vita, la morte è la quiete a cui aspiriamo, vita e morte sono legate, chi reclama altro pretende l'impossibile e otterrà in ricompensa solo fumo.
La vita è un supporto, non una ragione, la vita è necessaria, ma non è sufficiente: questa è la lezione che ci viene dai morti.
Le donne mentono come respirano.
Le nostre religioni sono i cancri della specie e non ne guariremo che da morti.
Nel caos in cui sprofondiamo vi è più logica che nell'ordine, l'ordine di morte in cui ci siamo mantenuti per tanti secoli e che si disgrega sotto i nostri passi automatici.
Noi siamo all'inferno, e la sola scelta che abbiamo è tra essere i dannati che vengono tormentati o i diavoli addetti al loro supplizio.
Noi tendiamo alla morte, come la freccia al bersaglio, e mai falliamo la mira.
Per credere a qualcosa, ai giorni nostri, bisogna essere allucinati.
Quando guardo quelli che giurano che la vita è una delizia, non li trovo né belli né ben nati, né ragionevoli né sensibili, né acuti, né saggi, né profondi, ma molto simili a ciò che incensano.
Se c'è un Dio, il caos e la morte figureranno nel novero dei suoi attributi, se non c'è, non cambia nulla, poiché il caos e la morte basteranno a sé stessi fino alla consumazione dei secoli.
Siamo in molti miliardi di troppo a chiedere il paradiso in terra, ed è l'inferno quello che rendiamo inevitabile, con l'aiuti della nostra scienza, sotto il bastone dei nostri pastori imbecilli. Il futuro dirà che gli unici chiaroveggenti erano gli anarchici e i nichilisti.
Tutti gli spirituali sono sorpassati, non vi è nessuna differenza tra maghi e preti, ci si rende altrettanto spregevoli a consultare gli uni quanto a rispettare gli altri.
È la fecondità, e non la fornicazione, a distruggere l'universo, è il dovere, e non il piacere.